Ero tornata a casa frastornata e felice dopo una giornata passata in studio per uno shooting fotografico, da poco per potermi pagare l’affitto e l’università, avevo deciso di posare per una marca di lingerie queer. Non mi ero fatta troppe domande prima di iniziare questo progetto, lingerie queer? Non sapevo neanche bene cosa volesse dire, ma cercavano ragazz* con corpi non conformi e dopo un brevissimo colloquio mi avevano detto che ero la persona che stavano cercando e che avrei iniziato il girono seguente.
Lo studio era in centro città a Bologna ero arrivata dopo una corsa in bici sotto la pioggia con un po’ di ritardo, sudata, spettinata e con i vestiti zuppi. Non ero pronta ad incantare tutti con un’entrata ad effetto per ammaliarli con la mia bellezza, ma mi dico che ormai era troppo tardi e che mi sarei presentata così. Mentre lego la bici un ragazzo mi viene incontro, è felice, mi sorride. Guardo dietro di me per capire verso chi si stesse dirigendo, ma capisco di essere io, la strada dietro di me è deserta e lui punta dritto nella mia direzione.
“Ciao, sei Aina?” dice con un gran sorriso un po’ nascosto dalla sua barba nerissima e lucidissima
“Si, sono io” dico senza smettere di guardare le sue labbra
“Sono Matteo, il fotografo con cui passerai la giornata di oggi, dai entra che ti riscaldi e ti do dei vestiti asciutti”
Matteo mi prepara un thè e mi mette subito a mio agio, da istruzioni alla ragazza che si occupa del mio trucco, le spiega che non c’era molto da fare, il trucco doveva essere semplice e fresco, un po’ di ombretto colorato dello stesso colore delle mutande che avrei portato e poco più, ma che il mio viso era perfetto così. I miei capelli fatti di ricci stretti eredità delle mie origini nord africane vengono lasciati liberi di esprimersi, sciolti, gonfi e fieri.
Matteo si siede accanto a me, la sua voce è calma e profonda e mi spiega che avremmo fatto qualche foto inizialmente focalizzandoci solo sulle mutande e poi aggiungendo alla sceneggiatura i vari stimolatori (dildi e vibratori) compatibili con esse, scopro in quel momento che la lingerie queer è un harness strapon, mi dico forse avrei potuto fare qualche domanda in più sulla lingerie queer prima di iniziare, in realtà questa novità mi intriga e sono felice di iniziare lo shooting.
Per le due ore successive io e Matteo ci scrutiamo attraverso l’obiettivo, io da una parte e lui dall’altra. Lui è concentrato, sembra prestare attenzione solo alle luci e alla scenografia e a come armonizzare il tutto con le mie curve. Facciamo diverse prove, mi chiede il permesso per potermi sistemare appena i capelli, le sue mani sono calde e morbide, e sfiorano le mie guance fredde mi lascia una sensazione bellissima, da quel momento in poi non riesco a pensare che alle sue mani sul mio corpo. Quando i suoi occhi nerissimi si fermano sui miei mi lasciano il respiro nel petto e solo quando distoglie lo sguardo dal mio riesco a prendere fiato.
Andiamo avanti cosi per un’altra ora, io davvero, non mi rendo conto del tempo che passa.
“Per oggi abbiamo finito, il materiale è perfetto, sei stata bravissima!” mi dice porgendomi una coperta per riscaldarmi e coprirmi.
“Grazie..” sono un po’ frastornata dalle sensazioni e non so cosa dire, ma non vorrei che si allontanasse da me, lo vorrei vicino.
“Ti andrebbe di bere una cosa insieme?” La frase esce dalla mia bocca senza pensarci.
“Devo raggiungere dei miei amici ad una festa, è una cosa tranquilla, ti va di venire con me?”
Ho il cuore che va troppo di fretta, la richiesta è semplice, innocente, eppure i battiti vanno velocissimi. Gli chiedo se può aspettare un po’ ho bisogno di cambiarmi, lui annuisce e dopo poco usciamo assieme.
Camminiamo e ci raccontiamo un po’ mi dice che la festa è organizzata dal suo amico Francesco che ha appena ricevuto i suoi documenti rettificati con il nome di elezione, mi confida che anche lui sta aspettando i suoi e che è confidente che a breve arriveranno. Nei suoi occhi neri neri c’è fierezza mentre lo dice. Immagino che il percorso sia stato lungo e che ora veda la luce in fondo a quel tunnel burocratico. Mentre camminiamo mi volto a guardarlo, più lo guardo e più il mio desiderio cresce, non ho mai visto un ragazzo cosi attraente, vedo l’abisso in quegl’occhi cosi neri e non posso fare a meno che pensare di sprofondarci.
Arrivati alla festa beviamo e chiacchieriamo con i suoi amici, l’atmosfera è rilassata, si conoscono quasi tutti da un decennio, si sono trasferiti per studiare all’università e poi sono rimasti, Bologna non è una città che ti lascia andare così facilmente. Mi chiedo se anche per me sarà così. Con gli occhi mi guardo intorno per cercare quelli di Matteo, l’ho perso di vista da un po’. Il fil rouge che ci lega mi spinge a cercarlo nelle altre stanze della casa, entro in camera da letto e lo trovo li appoggiato al muro a fumare una sigaretta accanto alla finestra.
“ti stavo cercando, vuoi compagnia mentre fumi?”
“certo, vieni qui”
Ci appoggiamo vicini, sorreggiamo lo stesso muro, ma ancora troppo timidi per fare il primo passo. Mi offre una sigaretta e accetto volentieri, mi aiuterà a riempire lo spazio quando trovo difficile farlo con le parole, penso.
Mentre fumiamo ci guardiamo, lui mi prende la mano e mi bacia piano il palmo, la sua barba morbida accarezza piacevolmente la mia mano, con le dita guido il suo viso verso il mio, ha gli occhi chiusi mentre poggio piano le mie labbra sulle sue. Sento una scossa che mi arriva fino alla schiena quando le nostre lingue si toccano, il suo sapore è dolce amaro, e mentre la sua lingua avvolge la mia con la mano mi accarezza i capelli.
Mi bacia ancora e ancora, passando dalle labbra al collo, agli occhi e di nuovo alle labbra. Si abbassa leggermente, il suo corpo è sopra il mio, e mi bacia lungo le spalle fino al petto. Si ferma un attimo, sbottona i bottoni della mia camicia fino in fondo, aprendola completamente. La sua bocca cerca i miei capezzoli, attraverso il reggiseno, succhia e io quasi urlo per la sensazione che provo. Si ferma, infila un dito nel bordo superiore del reggiseno e lo tira giù per esporre il mio seno. Lecca lentamente il mio capezzolo, chiudendo la sua bocca calda su di esso. Gemo all'istante.
L’avevo desiderato tutto il giorno e ora era li che con le labbra sui miei capezzoli mi sembrava di essere in un sogno.
Solleva la testa dal mio seno, le sue labbra umide e rosse, osserva il mio viso mentre la sua mano preme tra le mie gambe.
Chiudo gli occhi, ma lui mi ferma. "No, tieni gli occhi aperti, voglio guardarti".
Inginocchiandosi sul letto, si sposta al mio fianco. Le sue gambe sono premute contro di me, i suoi occhi sono fissi sui miei e la sua mano si muove lenta tra le mie gambe. Sento la morbida pressione delle sue dita sulle mie mutandine e spingo i miei fianchi verso di lui. Si china un po', distogliendo lo sguardo dal mio viso per guardare in basso, dove mi sta strofinando. La sua mano si solleva da me e sento la punta delle sue dita afferrare il bordo dei miei pantaloni e spostandoli verso il basso, esponendo la mia vulva.
Sento il suo respiro affannoso, il suo desiderio e allungo la mano verso il suo inguine, tocco la sua erezione da sopra il pantalone. La sua eccitazione mi manda in confusione, voglio toccarlo, sentire il suo clitoride nella mia bocca. Gli sbottono i pantaloni e mi chino verso il suo ventre, adesso sono io sopra di lui, con la lingua disegno dei cerchi sul suo basso ventre mentre con le mani inizio ad abbassare i pantaloni, lui mi aiuta, sento dal suo respiro che non vede l’ora che le mie labbra avvolgano il suo clitoride, ma io non ho fretta e voglio godere di ogni suo sapore, lentamente.
La mia lingua accarezza il suo interno coscia spostandosi piano verso la parte più esterna della vulva, sento il suo clitoride pulsare vicino alla mia guancia.. non resisto e lo prendo tra le mie labbra, baciandolo piano, mi eccito sempre di più a sentire il suo clitoride caldo sulla mia lingua mentre lui geme e non resiste, vorrebbe che andassi più veloce, lo sento, siamo cosi eccitati che non riusciamo più a pensare, siamo connessi nello stesso momento insieme mentre accarezzo il suo clitoride con la mia lingua, sempre più veloce, chiudo gli occhi mentre lo sento gemere dentro di me.