Panty-warming waits

Le attese che scaldano le mutande

Martedì, pausa pranzo, ne approfitto per uscire dall’ufficio e andare alla posta a pagare l’ennesima multa “Ci metto solo 10 minuti, poi vado a yoga” mi dico tra a me e me, ma quando varco la porta dell’ufficio postale, mi rendo conto che oggi non vedrò la maestra di yoga in leggings. Mi rassegno all’idea che passerò la mia ora d'aria a guardare i vecchi ritirare la loro pensione - siamo al numero 47 e ho il 69 - quando incrocio il suo sguardo. La sportellista è una ragazza sulla trentina, biondina, il suo sguardo sembra aver intercettato i miei pensieri e aver risposto: “Lo so, non mi dire niente, odio i primi del mese”

“Immagino, come fai a fare questo lavoro tutti i giorni?” ”non è cosi male, ogni tanto qualche ragazza carina viene a pagare delle multe” mi dice sorridendo, e io comincio ad arrossire.

 

Le porgo allora il bollettino e le sue dita sfiorano le mie da sotto il vetro, le sorrido imbarazzata e lei risponde alzando un angolo della bocca in un ghigno malizioso. Percorro con lo sguardo la forma della sua bocca carnosa e mi chiedo quanto devono essere morbide le sue labbra. I miei occhi indugiano sul suo collo scoperto e verso l’apertura della sua elegante camicia. Sono io adesso che non contengo un ghigno. I nostri occhi si incontrano ancora e sento una vampata risalire dal basso ventre fino a farmi arrossire. Lei mi dice: “C’è qualcosa che non va con il suo bollettino, credo che debba andare a parlare con il capo ufficio” indicandomi con la testa una porta a destra dello sportello. La guardo dubbiosa, sgranando gli occhi e inclinando la testa per chiedere conferma, senza rispondermi mi sorride e mi indica ancora la porta. Mi dirigo quindi a passo svelto verso la porta e mi ritrovo in un corridoio poco illuminato. Lei afferra il mio polso e mi tira verso un angolo pieno di fascicoli, spingendomi dolcemente verso uno scaffale. Emetto un versetto di cui non vado molto fiera, e lei ridendo mi mette un dito sulla bocca dicendomi di fare piano. Si avvicina piano inchiodandomi con lo sguardo allo scaffale delle multe. Il mio respiro inizia a farsi affannoso e il battito accellera incontenibilmente. Non mi bacia e mi lascia soffrire, si avvicina invece al mio orecchio e mi sussurra: “Quell* che ti ha messo la multa sicuramente non aveva visto quanto eri bella” trasalgo e sento il calore che diventa umidità tra le mie gambe. Ignoro tutti i pensieri idioti che si formano nella mia testa e cerco la risposta meno impacciata da dare:

“Se avessi saputo che era così piacevole pagare le multe, ne avrei prese di più”.

Le sue labbra sono anche più morbide di quello che pensavo e la sua lingua calda accarezza il mio collo. Le mie mani si avventurano sotto il suo top e accarezzano i suoi fianchi morbidi. Lei fa lo stesso, ma le sue dita scorrono più velocemente e accarezzano la parte inferiore dei miei seni, poi il lato, e poi il suo palmo intero contiene il mio seno. Non resisto più e sono io che la bacio e che la tiro dai pantaloni per avvicinarla a me. Abbandona dunque i miei seni per accarezzarmi l’addome e poi sbottonare agilmente il mio jeans, abbassando la cerniera. Le sue mani entrano delicatamente dai miei fianchi e accarezzandomi le natiche, mi abbassa un po’ il pantalone.

"quando con un gesto rapido attacca il dildo alle sue mutande, creando in un attimo lo strapon che userà su di me"

Sento l’eccitazione incontenibile mentre le sue mani si avvicinano alle mie mutande, ormai madide. ”Posso entrare?” mi sussurra ancora e ormai in trepidazione rispondo

“Si”

Con decisione ma con delicatezza mi abbassa un po le mutande, poi sento la sua mano staccarsi da me per sbottonare i suoi pantaloni. Continuando a baciarmi, dalla sua tasca posteriore estrae un astuccio e prende un dildo morbido. Capisco le sue intenzioni e non contengo più l’eccitazione, sento una goccia che scorre sul mio interno coscia, quando con un gesto rapido attacca il dildo alle sue mutande, creando in un attimo uno strapon da usare su di me . Sento finalmente le sue dita che accarezzano il mio clitoride gonfio, e contengo a forza un gemito. Sento che avvicina il dildo alla mia vagina che si apre per accoglierlo, quando si avvicina ancora e mi sussurra: ”Sessantanove..”. Io confusa bofonchio un

“Come…?”

SESSANTANOVEEEEE

Mi sveglio dal mio torpore e mi ritrovo sudata e di nuovo circondata dai vecchi. é il mio turno e con il cuore che batte all’impazzata mi avvicino alla sportellista con una voglia matta di portarla a ricontrollare uno ad uno quei fascicoli nel corridoio.

Le porgo il bollettino sorridendo, lei mi sorride e mi risponde :

“39,90”

“Come scusi?”

“39,90… paga con carta?”

“ehm… si…. sicura che non ci sia nessun errore?”

“Um… no, c’è poco da sbagliare, sono 39,90”

Inserisco il pin, continuo a sorriderle, lei guarda il tabellone, mi riguarda spazientita e poi urla

“SETTANTAAAAAAA”

 

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